Gelato Festival 2015 si è concluso ieri a Firenze, dopo un tour di circa 5 mesi in giro tra l’Italia e l’Europa.
Sabato in piazzale Michelangelo la giuria tecnica ha assaggiato i 20 gusti in gara, mediamente buoni, ed i voti sono stati sommati con quelli della giuria popolare (il pubblico infatti ha potuto votare il gusto preferito con la Gelato card).
Ieri sera la proclamazione del vincitore:
1. “La dolce vita”, gelateria Badiani a Firenze
2. “Sorbetto limone e basilico”, gelateria Giardini di Marzo a Varazze (SV)
3. “Cappuccetto rosso”, gelateria La Parona del Gelato a Verona
Tra tanti…
…il gusto che mi è piaciuto di più?
“Mascarpone con salsa di caramello croccante al caffè” gelateria Fiordipanna, Arese (MI)
Ottimo equilibrio tra la “grassezza” del mascarpone col caffè, entrambi presenti.
Della mia personale TOP three nessuno sul podio e ciò mi dispiace perché, da appassionato, vorrei fosse premiata la bontà del gelato e la bravura del gelatiere.
Tra i premiati speciali anche Vetulio Bondi, per me il più simpatico sempre in giro tra le tante tappe del tour.
A Firenze organizzazione precisa e puntuale: i gusti si sono susseguiti senza impasse, uno dopo l’altro; due turni da 10!
Come anticipato agli addetti ai lavori, la finale non dovrebbe contare sul voto popolare, per vari motivi:
– campanilismo dei votanti
– presenza di turisti
– scenografie
– nome del gusto
tutti elementi fuorvianti che nulla hanno a che fare col gelato presentato.
A Gabriele Poli, organizzatore del Festival da tanti anni, quindi un consiglio. Rivedere il sistema di votazione almeno della finale: il giudizio dovrebbe essere esclusivamente tecnico.
D’altronde sono gusti vincitori di tappe, già votati dal pubblico…
A condizioni omogenee, ho notato ancora una volta la netta distinzione tra i gelati ideati dai gelatieri del nord con quelli del sud, ti sembrerà una sciocchezza ma…
I gusti del sud, sono sempre troppo ricchi di elementi, carichi, dolci, a volte esagerati (pistakkiosa)!
In una giuria equilibrata, secondo me, non ci sono tante chance di vittoria.
Sempre il solito difetto di esagerare, riempiendo a dismisura la coppetta con topping, nocciole, mandorle, pistacchi, granella, salse, biscotti, ecc.
I miei consigli:
– presentare la coppetta, rasata, pettinata
– utilizzare 2/3 elementi significativi
– il troppo stroppia
– preparare il gelato fresco, in giornata
– attenti agli zuccheri
– attenti alle presentazioni (limone e basilico per me è differente da basilico e limone)
Quando poi mi dici gelato di ricotta… almeno ne devi mettere 30/40% altro che 20% poi la puoi fare anche con la tua mucca parcheggiata in garage o con le pecore che hai sul terrazzo o la capretta di Heidi.
E’ come dire che fai cassata senza la ricotta!
Infine, la pecora nera!
Se qualche gelatiere pensa di fare il furbo presentando un gelato col preparato (dopo avergli chiesto dove erano le uova) dovrebbe farsi un esame di coscienza o vendere anche lui ad Unilever.
Questo, ovviamente, fa il paio con le giurie visto che questo signore ha vinto anche una tappa!
Ah dimenticavo, la Gelato card troppo cara acquistarla in loco, 10/12 euro!
C’era chi assaggiava 20 gusti e chi faceva i selfie…
Qualche altro sassolino per il prossimo post, tiè…
Ma basta con questi articoli su GROM e sul vero gelato artigianale, per pietà!
Buongiorno sig. Pistacchio, sono Gianluca Tenuzzo, un gelatiere in gara alla finale del Gelato Festival di Firenze, dal 1 al 4 ottobre scorso, dove lei era anche giurato. Il mio gusto in gara era “Ricotta, fichi e mandorle”. Ho letto attentamente la sua analisi sulla manifestazione, concordo su moltissimi punti, anche per alcuni miei colleghi il giudizio popolare dovrebbe contare poco, per tutto quello che descrive bene, aggiungerei anche dell’altro per esempio, non so se lei si è avvicinato alla zona somministrazione, alcuni colleghi a mio avviso addirittura si ” prostituivano ” regalando assaggi, coppette o addirittura gadget…che centra col gelato e la tecnica nel bilanciare una ricetta?…visto che si può contare sui ragazzi dell’alberghero che fanno lo stage formativo, sfruttarli bene, istruirli sul gusto al quale vengono assegnati e far fare solo a loro la somministrazione, i gelatieri non dovrebbero nemmeno avvicinarsi, ci sono gli schermi informativi con relativa foto addirittura. Le ripeto che condivido tanto la sua analisi, specie sull’uso dei semilavorati, Gabriele Poli, mi conosce bene, proprio io lo scorso anno feci “rumore” appoggiato da vari colleghi gelatieri dopo la tappa di Milano, la giuria tecnica, badi bene, decretò come miglior gelato, ribadisco ancora, dal punto di vista tecnico, un gusto dove vi era la presenza per il 50% di un semilavorato della stessa azienda che lei cita quando si riferisce ai gelati in gara nella finale di Firenze. Infine le vorrei dire una mia considerazione sul suo di lavoro ora, io ho una convinzione e massima per quello che riguarda la mia professione, ” i complimenti mi fanno piacere, le critiche mi fanno crescere”…quello che non condivido a volte può essere il modo in cui viene riferito il concetto, adesso lei accetta la mia di critica, può essere a suo avviso poco il 20% di ricotta in una miscela, lo accetto, se ne parla e le spiego le mie vedute, la mia scelta, perché l’utilizzo di quel formaggio fatto con latte di pecora e capra e non di mucca. Quello che lei poteva risparmiarsi è il sarcasmo e il ridicolizzare il mio lavoro o insinuare che io possa avere in garage o in terrazzo mammiferi, non volevo io farle capire questo quando presentando il mio gelato le ho detto che il caseificio si trova a 10 km dal mio laboratorio. Sempre a sua disposizione per qualsiasi chiarimento, analisi, commento, discussione sul gelato e su come fare a mio personale parere una “critica”. La saluto. Gianluca Tenuzzo
ciao Gianluca,
mi son permesso di usare un po’ di ironia per sdrammatizzare il concetto e non renderlo troppo per “addetti ai lavori”.
Esprimo un giudizio sul gusto e se mi si indica ricotta di pecora e capra mi aspetto un certo carattere, una presenza “robusta” invece il 20% in ricetta da’ una presenza discreta al complesso salsa di fichi e mandorle. In pratica l’equilibrio tra i 3 viene meno, ma questo è un parere personale.
Jo
Buongiorno Sig. Pistacchio, non avrei voluto ma devo tornare sull’argomento, io accetto la sua critica, giudizio ed opinione, mi sarebbe piaciuto poter parlare con Lei con un altro spirito, Le avrei spiegato bene, visto che Lei è un addetto ai lavori, il perché di quel formaggio, la sua % in grassi, perché il gelato da lei assaggiato è stato mantecato la sera prima, cosa importantissima per me il fatto che quel gelato è ormai un “classico” nella mia vetrina apprezzatissimo dalla mia clientela. Non mi sembra che esista un disciplinare che indichi la % minima di formaggio ricotta in un gelato, col dolce “Cassata” il discorso è completamente diverso, la farcitura prevede una % nettamente superiore, sempre comunque non disciplinata, è libera scelta del pasticcere decidere quale e come regolarsi col resti degli ingredienti. Ma siamo in un mondo dove tutto è criticabile e discutibile, le ripeto accetto tutto, anche l’ironia e il fatto di sdrammatizzare, ma a mio parere Lei non l’ha usate, ha voluto fare lo spiritoso offendendo anche, dovessi ricambiare potrei dirle che magari Lei è bravino a pigiare sulla tastiera di un PC, non tanto nemmeno se devo essere sincero, la sua risposta alla mia prima mail era deboluccia…non so se ha mai visto una macchina del gelato professionale, se conosce la tecnica del gelato, della bilanciatura della miscela, dei grassi e della loro funzione, degli zuccheri che si utilizzano in una gelateria moderna…di questo mi sarebbe piaciuto discutere con Lei, visto che la sua attività consiste nella conoscenza e diffusione del gelato artigianale, di questo le sono grato, servono le persone come Lei e il suo lavoro al movimento tutto…sempre a sua disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento, discussione, analisi, su quello che è per me una grande passione prima e professione dopo, Le auguro una buona giornata, Gianluca Tenuzzo
ciao Gianluca,
premesso che il gelato mantecato il giorno prima rispetto ad altri in giornata, come chiedeva sempre il presidente di giuria, parte svantaggiato (secondo me) alla prova d’assaggio.
Il principio è quello dell’equilibrio per cui se ci sono 3 ingredienti questi si devono percepire, prima o dopo, alla prova d’assaggio.
Se la base bianca è di ricotta si deve percepire bene, anche assieme agli altri “attori” del gusto. Usando una metafora, c’è il protagonista e i coprotagonisti; basta chiarirlo.
Ti assicuro che era per rendere il post più gradevole, ironizzando. la frase riguardava due gusti in gara (nell’altro si percepiva meglio perché c’erano meno “attori”), non solo il tuo ed anche il riferimento alla cassata non era casuale.
Navigando sul mio blog credo che ci siano le risposte alle tue domande comunque mi dispiace che, passando velocemente in piazza quando mi hai salutato, non ti sia fermato a discuterne cosi ti saresti tolto i dubbi direttamente.
Cionondimeno le mie critiche di questi anni le ho sempre cercate di finalizzarle per il miglioramento dei gelatieri, nel marketing come nel prodotto. Una critica costruttiva per chi il gelato lo fa da sé senza “facilitatori”, come nel tuo caso.
Jo
Va bene sig. Pistacchio, ci gira intorno, chiudiamo qui, accetto le sue critiche e le condivido, mi serve avere un giudizio sui miei prodotti, come le ho scritto concordo su molto di quello che ha scritto, devo solo”digerire” la sua ironia e humor…ritorno alle mie mantecate…le auguro una buona giornata