Gelato World Tour Italian Challenge a Milano

Gelato-World-Tour-Milano
Il Gelato World Tour Italian Challenge, la selezione regionale tra i gelatieri italiani per partecipare alla finale del prossimo anno, ha toccato ieri Milano.

Nel pomeriggio ho partecipato alla giuria tecnica della tappa di Milano svoltasi nella sede di G&P Center, concessionario Carpigiani dove sono stati selezionati i due gusti che parteciperanno alla finale del 23 e 24 marzo 2017 ad Anzola dell’Emilia (BO).
Infatti, sarà proprio la sede della Carpigiani il luogo della sfida finale con 100 gusti in cui verranno scelti 8 che rappresenteranno l’Italia alla finale mondiale del Gelato World Tour in programma a settembre 2017 a Rimini.

I due gusti più votati dalla giuria composta da tecnici, giornalisti e blogger sono stati:
– “Pera e cioccolato naturale” (sorbetto di pere williams con variegatura di cioccolato fondente e pere caramellate) della gelateria “Veneta Gelato e Caffè” di Paderno Dugnano (MI)
– “Energia” (crema di zenzero e cannella) della gelateria “C’era una volta” di Milano
Si aggiungono quindi alla lista, già congrua, di circa 100 gelatieri che parteciperanno alla finale italiana del prossimo anno.

La giuria ha avuto un bel da fare ad assaggiare 21 gusti coi seguenti parametri:
– gusto (da 1-50 punti),
– struttura (da 1-30 punti)
– presentazione (da 1-20 punti)
Personalmente, il mio podio è ben diverso.
Giusto un premio per il coraggio nel presentare un sorbetto ad un concorso.

Alcuni gusti si sono rilevati imbarazzanti, i miei peggiori infatti sono stati tre:
– “manhattan” della gelateria Patagonia di Sesto San Giovanni (MI)
– “cannella e zenzero” della gelateria Guidi di Como
– “cannella con zucca stregata” della gelateria Rigoletto di Milano

I migliori secondo il mio unico assaggio:
– “sorbetto di pera e cioccolato al naturale”, con bonus coraggio
– “mascarpone con salsa di caramello croccante al caffè”, presentazione?
– “energia”, equilibrato
– “sbrisolotto”, poco efficace nella spiegazione del gusto
– “cheese cake al cioccolato, caffè e caramello salato”, presentazione 18 e gusto molto americano
– “petit dejeuner”, mancava il pane può migliorare
– “crema wally”

Ottima la scelta di non indicare la gelateria durante gli assaggi ma solo il gusto.
Ottima la presenza del direttore tecnico sempre pronto nelle spiegazioni, fin troppo 😉

Osservazioni finali.
Ma se nei parametri di giudizio c’è la presentazione perché non farla?
Perchè presentare un gusto “sintetico” (fatto con le buste), caro gelatiere potresti anche rimanere in gelateria a studiare o no?

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