Gelato, un po’ di storia

Antica macchina per gelato
Lo scorso anno in Martinica (Caraibi) ho visto proprio una “macchina” simile, in spiaggia i locali proponevano un gelato di mandorla aromatizzato freddo.

Non si sa bene chi abbia inventato il gelato, sicuramente un alimento per ricchi facoltosi visto che era necessario possedere del ghiacchio che veniva trasportato e commercializzato fin dall’antichità.
Lo zucchero di canna arrivò dall’oriente intorno all’IX secolo d.C., da parte degli arabi che lo portarono dal lontano oriente: molto costoso. Successivamente fu coltivato anche nelle americhe, principalmente nel centro america da dove poi arrivò anche il rhum.
Dopo il Medioevo, sempre dall’oriente giunse in Europa la notizia che il sale aggiunto all’acqua faceva abbassare la temperatura di quest’ultima.
All’inizio del Rinascimento alla corte dei Medici, Bernardo Buontalenti propose un innovativo dolce freddo che si andò diffondendo dapprima in Francia e poi in tutta Europa.
Tra i soliti emigranti italiani troviamo poi Francesco Procopio Coltelli che nel 1686 aprì il primo “cafè” a Parigi ed iniziò a proporre il “cafè glacier”, una sorta di crema di caffè fredda.
L’antica macchina era costituita da un secchiello in legno che conteneva al centro un cestello di metallo, rigirato in un’intercapedine di ghiaccio e sale; la miscela passava dallo stato liquido a quello solido grazie al freddo trasmesso al metallo per contatto; dalle pareti del recipiente veniva poi raschiato via.

Secchiello
Cestello
Intorno al 1850 aprì anche il primo laboratorio di gelati, sempre per opera di un italiano, a Londra. Ben preso si diffusero in tutto il regno Unito, coi famosi carretti di gelato.
Nel centro Europa, l’allora impero austro-ungarico fu comunque meta di altri emigranti italiani, stavolta dei veneti.
Anche in Italia iniziò a diffondersi il gelato, sempre tra il ceto più ricco.
Nel 1903 un altro italiano, negli USA, inventò il “cono” che arrivò dopo molti anni anche in Italia.
Nel 1927 Otello Cattabriga inventò una macchina innovativa per mantecare.
Sempre dagli USA, arrivò invece il porzionatore a palline.
Fino agli anni ’50 gli italiani imperversarono in tutta Europa coi loro gelati artigianali, dopo la seconda Grande Guerra molti emigrarono anche in Germania in questo stesso periodo arrivò dagli USA il gelato industriale che compattò i vari gelatieri italiani.
Intorno agli anni ’60 molti gelatieri grazie al proverbiale ingegno italico avevano iniziato a personalizzare le macchine per il gelato, poi dagli anni ’70 ad oggi il turismo allargando il mercato della domanda coinvolse la fiorente industria meccanica italica portando tutta una serie di innovazioni: pastorizzatori automatici, mantecatori, le vetrine; anche gli ingredienti portarono ad un generale miglioramento del prodotto gelato.
In questi anni l’industria per il gelato si allarga anche ai semilavorati.
Oggi in Italia le gelaterie sono circa 30.000.
In Italia (dati 2009) si consumano circa 6 kg. pro capite di gelato artigianale invece nei Paesi più freddi è ben di più, ciò è dovuto al costume italiano che non prevede il gelato come dessert nei mesi freddi.

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