Le mani sulle gelaterie artigianali italiane all’estero

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Nel tardo pomeriggio di martedì c’è stata un’accesa una discussione tra addetti ai lavori, secondo me farneticante, su questa notizia che è circolata che ti andrò ad illustrare.

Il titolo è una citazione allo scomparso regista Rosi relativa all’ennesima speculazione su un settore, uno dei pochi, che gode di buona salute in Italia: la gelateria artigianale.

In realtà si tratta di un tentativo, maldestro (d’altronde siamo o non siamo in Italia), di assoggettare le sole gelaterie artigianali italiane all’estero quindi, solo la parte più debole della filiera, ad una sorta di certificazione camuffata da disciplinare (purtroppo non hanno letto il mio vecchio articolo in cui ho cercato di spiegarlo terra, terra).

Nei miei trascorsi ho frequentato un po’ di “circoli sociali”, associazioni, club, consorzi, ecc. in ambito universitario ma anche imprenditoriale, e ne ho viste di tutti i colori: dalle lettere anonime, agli assegni cabriolet dei titolari di cariche in suddetti “club”, molto spesso frequentati da accattoni all’ultima spiaggia, o peggio, galleggianti a pelo d’acqua.
In questi ambiti raffinati solitamente un gruppo di avveduti intellettuali (volpi che puoi trovare nelle fiabe di Collodi) tirano fuori dal cappello a cilindro il solito coniglio di peluche sintetico, mai che fosse vivo!
Negli anni passati ho visto tanti progetti falliti per istituire “marchi”, “loghi”, “certificazioni”, ecc, che fanno sempre parte spesso dell’italica idea di “wallet garden” inutili per i partecipanti; ben diversi da quelli delle caste che prolificano sempre, apportatrici sempre di interessi che ledono quelli altrui.

Tornando alla pura cronaca, nella tarda serata mi son trovato di fronte ad un documento dal titolo: Disciplinare Gelaterie Artigianali Italiane all’estero (scaricabile qui) predisposto dall’Istituto Nazionale Ricerche Turistiche (ISNART)!

Il documento (i suoi contenuti), secondo me, parla da sé e non avrebbe bisogno di commenti però mi balenano tante domande tra cui:
1. i predisponenti (presumo i redattori), chi sono e cosa c’entrano con la filiera del gelato?
2. chi li ha ingaggiati?
3. perché in un libero mercato (consiglio gli scritti di Friedrich von Hayek per “illuminare”) una gelateria all’estero per dirsi italiana dovrebbe essere assoggettata a queste “regole” per avere un marchio (riconosciuto da chi?)?
E soprattutto perché chiamare il tentativo di istituire un marchio, disciplinare?
…a proposito, e le gelaterie italiane in Italia? Che marchio gli affibbiamo, basterà quello di Tripadvisor?

Aggiornamento del 18 gennaio
Ho scoperto chi ha ingaggiato ISNART.
Il progetto è nato dal tavolo di lavoro promosso nell’estate scorsa dal Ministero degli Affari Esteri ed al quale hanno partecipato il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Assocamerestero, Isnart e Sigep/Rimini Fiera.

Non so a te ma, a me, più che ilarità il documento, dopo letto, non mi ha suscitato.
Mi ha invece, infastidito, e non poco, una chiamata alla lotta da parte di un gruppo pugno di addetti ai lavori, anche lontani migliaia di chilometri (italiani che ricordano il famoso motto: armiamoci e partite), tendenti ad “iniziative di lotta” fuori luogo durante la conferenza stampa della coppa del Mondo della Gelateria 2016, evento clou del settore professionale.

Se invece vuoi vederci chiaro, si dico a te gelatiere, esci dal laboratorio e vieni anche tu alla conferenza stampa dell’ISNART del 19 gennaio alle 14:00 presso la Sala Neri 2 Hall Sud.

4 commenti su “Le mani sulle gelaterie artigianali italiane all’estero”

  1. Caro “boss del gelato”, hai ragione quando dici che lo scritto in questione alla quinta edizione fa ridere (immaginiamoci le edizioni precedenti come potevano essere fatte…).
    Però hai confuso due situazioni separate ed hai attribuito ad un movimento (i Gelatieri per il Gelato) un’azione di un singolo. A nome del movimento, di cui faccio parte fin dalla sua nascita, penso di poter dire che non c’è nessuna intenzione di fare un’azione di boicottaggio della Coppa del Mondo di Gelateria. Se qualcuno reputa che non sia un evento rilevante poiché organizzato dalle industrie per utilizzare le competenze dei gelatieri (e il loro smisurato ego) a proprio vantaggio, sarà una scelta personale dei singoli: semplicemente non ci andranno e non gli daranno importanza. Il movimento si tiene fuori da queste cose.
    Altra faccenda è arrogarsi il diritto di definire un marchio di eccellenza italiana senza averne i titoli o senza aver coinvolto le parti in causa (ad esempio le associazioni di categoria o qualche semplice gelatiere). Sono d’accordo che vale la pena andare a questa presentazione per capire che cosa si sono messi in testa di fare e chi c’è veramente dietro… Cordialmente.

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