Al SIGEP ho incontrato tanti amici e conoscenti con cui ho parlato dei miei problemi familiari che mi attanagliano da mesi, delle mie paure…
Questo sarà il mio ultimo post, ritornerò quando starò meglio, quando questo malessere che mi divora passerà. Mi auguro presto.
Mi spiace ma dovrò concentrarmi su me stesso, per uscire da questo incubo, da questa marea di negatività, di cattiverie gratuite ed elaborare ciò che per me rappresenta un vero e proprio lutto.
Ringrazio Stefano Grandi per avermi sollecitato su Facebook altrimenti manco questo avrei scritto.
Negli ultimi anni ci troviamo di fronte ad un’immane sfida quella della Sostenibilità ambientale, sociale, economica, alimentare, aziendale.
Una sfida che dovrebbe riscrivere l’intero processo economico fino alle modalità di determinazione della ricchezza/benessere di una società
La sostenibilità ambientale è la condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri.
Il concetto di sostenibilità ambientale ha fatto registrare una profonda evoluzione che, partendo da una visione centrata prettamente sugli aspetti ecologici, si è ampliata così da includere anche le dimensioni sociale ed economica, oltre che ambientale.
I tre aspetti (ambientale, sociale ed economico) possono essere considerati in un rapporto sinergico e sistemico e, combinati tra loro in diversa misura, sono stati impiegati per giungere a una definizione di progresso e di benessere che superasse in qualche modo le tradizionali misure della ricchezza e della crescita economica basate sul PIL (Prodotto Interno Lordo).
In pratica, la sostenibilità (ambientale, sociale ed economico) implica un benessere costante e, preferibilmente, crescente nella prospettiva di lasciare alle generazioni future una qualità della vita non inferiore a quella attuale.
Transizione verso una società sostenibile, in cui individui, comunità, imprese e istituzioni prosperano nei limiti della natura.
Sono concetti forti che superano l’idea di sostenibilità ambientale legata solo a riciclo, riuso e biodegradabilità andando oltre, verso un idea più generale di contrazione e rimodulazione dei consumi che per decenni il mercato ha promosso attraverso la creazione di bisogni superflui e sempre nuovi.
E’ possibile calcolare online l’impronta ecologica (ecological footprint), qui.
Con 4,4 ettari globali (gha) a persona, l’impronta italiana è notevolmente superiore alla media regionale mediterranea (3,2 gha a persona). L’impronta italiana è guidata principalmente dai trasporti e dai consumi alimentari.
Il nostro paese possiede una capacità biologica di 1,18 unità di superficie a persona.
Sostenibilità alimentare e riduzione degli sprechi
Un’alimentazione sostenibile prevede il consumo di cibo nutrizionalmente sano, con una bassa impronta in termini di uso di suolo e di risorse idriche impiegate, con basse emissioni di carbonio e azoto, attento alla conservazione della biodiversità e degli ecosistemi, ricco di cibi locali e tradizionali, equo e accessibile per tutti.
L’agricoltura moderna e la globalizzazione hanno diminuito l’attenzione verso la sostenibilità a favore di sistemi agricoli a sfruttamento intensivo ed industrializzato.
Ciò ha comportato un aumento vertiginoso della produzione industriale di alimenti senza, tuttavia, portare miglioramenti in campo nutrizionale. Il risultato sconcertante è che il numero di persone denutrite è arrivato a oltre un miliardo e al contempo l’obesità e i disturbi cronici ad essa associati, hanno raggiunto cifre analoghe.
I sistemi di produzione e consumo alimentare attuali dovranno, quindi, subire delle radicali trasformazioni, puntando sull’incremento di domanda e offerta di alimenti salubri, rispettosi dell’ambiente, poco elaborati dal punto di vista industriale e coltivati nelle zone di provenienza tradizionale, nel rispetto della biodiversità e delle risorse disponibili.
E’ possibile valutare per molti Paesi l’indice di sostenibilità alimentare (Food Sustainability Index) dove l’Italia si piazza al 28esimo posto, dietro anche alla Cina.
Il Food Sustainability Index è uno studio globale su nutrizione, agricoltura sostenibile e spreco alimentare, che raccoglie i dati di 67 Paesi di tutto il mondo.
Il report Fixing Food 2018 presenta un’analisi multidisciplinare che coniuga l’aspetto sociale, economico e ambientale della sostenibilità alimentare. La connessione tra questi aspetti evidenzia le principali sfide da superare, quindi l’accesso al cibo, la promozione di diete sane e sostenibili e un sistema di produzione e distribuzione del cibo più consapevole.
In questo studio la sostenibilità viene definita come la capacità di un sistema alimentare di non esaurire le risorse naturali, comprometterle o minacciarne l’integrità.
Per la sostenibilità aziendale, di una gelateria:
– riduzione dei consumi idrici
– energetici (da fonti non fossili)
– utilizzo di materiali con ridotto impatto relativamente ai consumabili (carta=tovagliolini, plastica/palettine/coppette/vaschette, ecc.)
Ee possibile anche calcolare la CO2 prodotta in un anno e ridurla piantando alberi, i tuoi alberi.
https://neutralize.treedom.net/it/
Ed è proprio quanto farà l’azienda Bravo nei prossimi anni!
Ciao grande Renato! Sempre sul pezzo …spero tanto che esci dal tuo tunnel ! In bocca a lupo per tutto , ogni tanto serve cammbiare aria, chi vola alto a volte prova questi dolori. Un abbraccio