La guerra dei coltivatori di cacao

Il cacao ed il cioccolato sono usati in tutto il mondo ed il mercato è in costante crescita.

L’industria del cacao e del cioccolato è molto matura. Attualmente, ci sono molte aziende produttrici ma le principali sono quattro:
– Barry Callebaut;
– Cargill;
– Nestle SA;
– Mars e Hershey.
Il mercato, a monte, può essere ampiamente classificato come mercato aperto e mercato vincolato.
Barry Callebaut è leader di mercato in quello aperto mentre il vincolato è dominato da Nestlé SA, Mars e Hershey.
A valle, la prima azienda confezionatrice è l’americana Mars, la seconda l’italiana Ferrero!

Il consumo globale di cacao e cioccolato ha avuto un tasso medio di crescita del 5,7% nel periodo 2012-2017.
Il Nord America è la regione col maggior consumo principalmente a valle della catena del valore (prodotti finiti) e rappresenta circa il 34% del volume di consumo globale in totale (rif. 2016).

Quest’anno la produzione globale prevista di fave di cacao è circa 4.849.000 di tonnellate.
Le principali materie prime per la produzione di cioccolato sono fave di cacao, zucchero e latte (in polvere).
Le fluttuazioni del prezzo del prodotto a monte, le fave di cacao, influenzano il costo di produzione di cacao e cioccolato.

Il mercato globale del cacao e del cioccolato è valutato circa 50 miliardi di dollari nel 2018 e dovrebbe raggiungere poco meno di 70 entro la fine del 2025.
Peccato che di queste cifre, ai principali Paesi coltivatori (ovvero i piccoli contadini che curano le piante di cacao nei due principali Paesi africani, Costa d’Avorio e Ghana – 63%), ne rimanga in tasca una frazione minima. Il prezzo della materia prima (fave di cacao) è poco più di 2.400 dollari alla tonnellata (quotazione 14.10.2019). 

Coltivatori di fave di cacao

In pratica, il cioccolato è dolce per tutti tranne che per gli agricoltori che lo coltivano.

Ma la situazione potrebbe cambiare, con probabili ripercussioni sul costo finale delle tavolette di cioccolato.
Da un rapporto pubblicato mesi fa, pare, che gli agricoltori ricevano solo il 6,6% del prezzo di vendita di una tavoletta di cioccolato.
L’altro anno, un sondaggio di Fairtrade International ha rilevato che solo il 12% delle famiglie di coltivatori di cacao ivoriani ha guadagnato 2,50 dollari a persona al giorno, il reddito sufficiente a sopravvivere.

Per ovviare alla povertà endemica che affligge i suoi contadini, la Costa d’Avorio ed il Ghana si sono accordate per applicare una sorta di “tassa” di 400 dollari a tonnellata da sommare al prezzo della quotazione di mercato a partire dalla stagione 2020/2021. Questi importi daranno vita ad un fondo che dovrebbe compensare le oscillazioni in basso delle quotazioni.
Questo provvedimento non è stato accettato da tutti gli acquirenti per cui i due Paesi hanno comunicato che avrebbero limitato la produzione annuale e ciò ha creato immediatamente un’impennata dei futures anche se, la misura sarà alquanto irrealistica da attuare.
In base al piano, la Costa d’Avorio e il Ghana fisseranno il prezzo minimo a 2.600 dollari per tonnellata (già ben sopra alla quotazione di lunedì scorso).

Inoltre, il livello di sfruttamento di minori nei due paesi dell’Africa Occidentale è in continuo aumento e oggi coinvolge 2,1 milioni di bambini; anche per questo i governi di Accra e Abidjan hanno deciso di imporre nuovi standard, limitando la possibilità dei grandi marchi di “autocertificare” il loro cioccolato come sostenibile.

Il consumatore, d’altronde, oggi dovrebbe saper distinguere chi produce “bean to bar”, tradotto dalla fava di cacao alla tavoletta, dagli “scioglitori” che comprano il semilavorato già “raffinato” dalle grandi aziende produttrici per realizzare la tavoletta. Io non credo…

Anche in gelateria c’è chi usa ancora il cacao in polvere (un sottoprodotto della lavorazione del “liquor”), il cioccolato o la massa. Il gelato finale sarà “tradizionale” (a base latte) o più moderno, contemporaneo con quello a base acqua; attenzione che la percezione sensoriale è completamente diversa ed alla maggioranza dei consumatori risulta poco gradevole ma, anche questo, può essere un modo per differenziarsi aiutandosi col racconto…di questo articolo 😉

 

2 commenti su “La guerra dei coltivatori di cacao”

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