Sherbeth Festival 2017, i vincitori e la giuria protagonista a sorpresa

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Allo Sherbeth Festival di Palermo, vincitori a sorpresa due gelatieri giapponesi (ex-equo) coi gusti:
1. “naghi”, crema all’uovo con cioccolato bianco e thè verde matcha variegato al miele di Manuka profumato col passito di Pantelleria di Satoshi Takada della gelateria Risunomori di Abashiri, Giappone;
1. “sorbetto di ananas, sedano e mela” (già premiato al Gelato World Tour a Rimini qualche settimana fa) di Taizo Shibano della gelateria “Malga Gelato” di Nonoichi, Giappone;
Solitamente non c’è il secondo posto quando c’è un pari merito ma qui la giuria ha voluto strafare, come illustrerò di seguito. A seguire quindi, gli altri gusti sul podio:
2. “me late il corazon”, cioccolato al 64% e succo di lampone di Alfonso Jarero della gelateria gelateria Ozio di Città del Messico;
3. “stragianduia” di Stefano Ferrara della gelateria Pinguino Gelateria Naturale di Roma.

Grandissimo successo di pubblico per questa nona edizione, 30% in più dello scorso anno.
In quattro giorni, il centro storico palermitano è stato preso d’assalto da 400.000 visitatori, il laboratorio ha prodotto 16 tonnellate di gelato artigianale con anche lunghe code agli stand garantendo a tutti la possibilità di assaggiare i 45 gusti in gara grazie ad una ampia gamma di biglietti a tariffe differenziate.
Questa immensa giuria popolare ha premiato i gusti:
1. “caramello salato al sale nero di Cipro” della gelateria Ciokkolatte di Padova;
2. “pistacchio di Bronte” della pasticceria gelateria Musumeci di Randazzo (Catania);
3. “ingauno” (crema di noci di macadamia e frutti di bosco) della gelateria La casa del Gelato di Albenga (Savona).

Il Concorso Internazionale Gelato del Mediterraneo “Procopio de’ Coltelli” ha visto protagonista la giuria composta da:
– Angelo Corvitto, maestro gelatiere presidente di giuria;
– Alessio Calamini, presidente onorario (senza diritto di voto);
– Paolo Marchi, giornalista di Identità Golose;
– Silvana Vivoli, gelatiera di Firenze.

Una giuria, sulla carta, di tutto rispetto dove si è cercato, forse, di privilegiare l’indipendenza se non fosse che il presidente si sia eretto a maestro irto coi suoi giudizi soggettivi, puntuali e ficcanti verso tutti i gelatieri (prevalentemente quelli italiani a lui sconosciuti).
Innanzitutto, tengo a precisare che nessuno in giuria dovrebbe influenzare gli altri componenti coi suoi giudizi pubblici, al massimo in camera di consiglio esporre le proprie ragioni motivandole.
Ma perchè Angelo Corvitto nutre questa sorta di rancore verso i gelatieri italiani?
Forse perchè mai nessuno in Italia ha valutato veritiere le sue idee sul PAC negativo?
Forse perchè nessuno ha comprato il suo libro?
Forse ancora nutre risentimento per la sua ultima partecipazione alla coppa del mondo della gelateria a Rimini in qualità di team leader della squadra spagnola, con successive polemiche?
Non lo sapremo mai, quel che è certo che ha sferzato i gelatieri italiani con i suoi giudizi esposti  arrecando pubblico ludibrio fino a provocare le lacrime verso anche un gelatiere del gentil sesso.
Angelo Corvitto non ha giudicato i gusti ma ha deciso di dire la sua, di essere protagonista avvalendosi della sua “carica di maestro” – invitato dall’organizzazione – ipotizzando la sua indipendenza quando, invece, si è dimostrato solo rancoroso rilasciando anche commenti finali “pesanti” sui gelatieri italiani.

Personalmente seguo il settore da anni partecipando spesso come giurato e mai nessun presidente di giuria ha osato tanto, perchè dovrebbe essere superpartes!
Domandare e poi, controbbattere come si realizza il gelato non è innazitutto, elegante ma, non rientra affatto nei “poteri” del giurato: il gelatiere interpreta in base alle sua idee, alla sua personalità, alla sua esperienza il gelato che presenta non è a lezione dove gli si dice come avrebbe dovuto fare o come l’avrebbe fatto qualcun altro.
Si giunge quindi al giudizio etnico o addirittura a valutare il gusto per la tecnica adottata quando si dovrebbe valutare l’aspetto sensoriale senza tralasciare, come è ovvio, la struttura.

Alle volte si tratta anche di educazione, questa sconosciuta…
Ricordo che a Firenze, come giurato, mi hanno criticato per voti troppo severi e, allora, quanto accaduto a Palermo?

Questi “originali” eventi capitano quando si continua a convocare “personaggi storici”, non contemporanei spesso avulsi dalla realtà o legati a “come si faceva una volta” o rappresentanti di questo o quello.

Peccato rovinare così l’impegno di un gelatiere che in pochi giorni si deve fare il mazzo in laboratorio, servire gli avventori anche dopo le 23 fino a tarda notte, investire tempo e denaro per recarsi in Sicilia quando potrebbe riposarsi dopo le fatiche della stagione alle Maldive.
Nessun gelatiere merita ciò che è accaduto venerdì scorso a prescindere dell’impossibilità probabilistica che arrivino ex-equo due giapponesi su 45 partecipanti o che ci sia il terzo posto!

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